di Sergio Ballestrin e la moglie Anastasia Sebellin.
Un grazie particolare va al Diacono Bruno Martino e al Coordinamento del Progetto dell’Unità Pastorale Sinistra Brenta per avermi dato l’opportunità di realizzare questa idea che da anni avevo nel cassetto. Il sogno di collegare con un percorso escursionistico il fiume Brenta al fiume Piave. Con lo spirito del Coordinamento ho pensato di utilizzare e unire le varie realtà del territorio collegando percorsi già esistenti. Quindi non un nuovo sentiero da tabellare ma un’unione di sentieri creati negli anni da persone e associazioni che hanno a cuore questo territorio. E perché non farlo con un percorso ad anello, toccando tutta quella serie di colli al confine con la pianura, ricchi di storia e natura e il territorio più a nord ai piedi del monte Grappa, dove la natura delle quote più alte del nostro Massiccio scende fino a valle, dove in certe ore più tranquille del mattino o della sera si possono incontrare i camosci
e nei punti più rupestri vedere il raro Raponzolo di roccia abbarbicato alle pareti rocciose.
Da anni percorro questi sentieri, attraverso boschi e prati assieme a mia moglie Anastasia, cercando e rilevando fioriture particolari da segnalare agli amici botanici. Insieme abbiamo girato in lungo e in largo questo territorio e ci siamo imbattuti in angoli di natura poco conosciuti, ameni, vorrei dire magici, frequentati storicamente da generazioni e ora abbandonati e lasciati nell’oblio. Chiesette, capitelli, resti di fortilizi e opere della grande guerra, ma anche tratturi e sentieri che percorrono luoghi suggestivi a due passi da casa che meriterebbero essere recuperati e vissuti, a ricordo di tante generazioni che vi hanno dedicato la loro vita.
Allora mi sono chiesto, perché non unire le bellezze naturali che ancora miracolosamente si sono conservate ai luoghi di culto, naturalmente senza trascurare tutti gli altri aspetti storico culturali, sullo stile del percorso devozionale delle chiesette pedemontane del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi? L’anello può essere percorso utilizzando per l’andata o il ritorno indifferentemente il percorso alto, ai piedi del Grappa o quello basso, lungo la fascia collinare dei Colli degli Ezzelini e dei Colli Asolani.
Il percorso alto è di 49 km mentre quello basso di 51 per un totale di 100 Km di lunghezza, con un dislivello complessivo di oltre 1.800 metri e un tempo medio di percorrenza, per le persone allenate, di una ventina di ore, naturalmente da dividere in varie tappe. Ma questo è un cammino da affrontare con calma e a passo lento, sull’esempio dei percorsi storico-devozionali presenti in Italia e in Europa. Il cammino lento ci permette di ammirare bellissimi panorami della pedemontana del Monte Grappa e apprezzarne le meraviglie naturali. Conoscere passo dopo passo i siti storici e di culto, scoprire le essenze botaniche e incontrare con un po’ di fortuna gli animali presenti nel territorio. Effettuare varianti per visitare aree naturali e chiesette poco distanti dal tracciato principale. Questo anello dà la possibilità di conoscere luoghi naturali, storici e devozionali molto interessanti ed inaspettati ai piedi del Monte Grappa e unire il Brenta al Piave, utilizzando sentieri già esistenti ma non collegati tra loro, tranne poche eccezioni, dando una visione d’insieme ad un territorio tanto bello dove solo ora si sta scoprendo la potenzialità di un turismo sostenibile e rispettoso per la natura. Punto di partenza dell’anello è il Duomo di Santa Maria in Colle, la chiesa più antica della bella cittadina di Bassano del Grappa.
Da questo luogo si domina dall’alto il famoso Ponte degli Alpini sotto il quale scorre a volte tranquillo e a volte impetuoso il fiume Brenta. Punto di arrivo parziale dell’anello è l’Oasi della Garzaia di Pederobba, una buona porzione di boschi e prati sulla riva destra idrografica del fiume Piave, dove trova protezione una delle più interessanti realtà naturalistiche del territorio.
In questa breve relazione ho preferito effettuare l’anello in senso orario, percorrendo prima la parte alta del percorso (PERCORSO ALTO), ai piedi del massiccio del Monte Grappa per poi tornare percorrendo la fascia collinare (PERCORSO BASSO). L’escursionista può decidere, documentandosi ed informandosi sul posto, di spezzare a piacere l’anello, effettuare belle varianti, utilizzando i sentieri già esistenti, sia quelli locali dei vari comuni attraversati che quelli a lunga percorrenza (Sentiero del Muson, Sentiero degli Ezzelini lungo il torrente Lastego, ciclo-pedonali del Brenta e del Piave, sentieri CAI, ecc.).