A cura di ANASTASIA SEBELLIN
Il territorio che va dal Brenta al Piave con i suoi due fiumi, le valli incise ai piedi del Grappa, i torrenti che creano a volte piccole forre, le zone di risorgiva ed i colli che fanno da cerniera con la pianura veneta, presenta con la sua varietà di ambienti una ricchezza di biodiversità che si esprime con la presenza di rare fioriture. Per questo motivo nei secoli scorsi questo territorio fu oggetto di esplorazione da parte di valenti botanici, come A. Parolini, G. Montini, P. Alpino, P. Bolzon ed attualmente i botanici G. Busnardo, S. Scortegagna, Lasen, C. Argenti. Sulle loro tracce da più di trenta anni, Sergio ed io percorriamo questi sentieri per osservare le fioriture nel corso delle stagioni e rilevarne i dati di presenza segnalandole agli amici botanici. Sul nostro percorso risalendo il Brenta potremmo incontrare in primavera lo Zafferano selvatico (Crocus biflorus) raro ma presente in più punti del nostro territorio.
Toccando la conca degli olivi povese, dal microclima mediterraneo, potremmo osservare varie specie di orchidee spontanee e oltre alla presenza dell’olivo, osserveremo l’Asparago pungente (Asparagus acutifolius) tipico della macchia mediterranea.
Passando per la Valle di Santa Felicita e volendo fare un po’ di esplorazione inoltrandoci potremmo vedere la bella Ofride del benaco (Ophrys benacensis), sulle pareti incombenti il Raponzolo di roccia (Physoplexis comosa), la Meringia bavarica (Moehringia bavarica), la Pinguicola di poldini (Pinguicula poldinii) e sui costoni aridi l’Erba perla rupestre (Moltkia suffruticosa), il Lino delle fate (Stipa eriocaulis), la Centaurea alpina (Rhaponticoides alpina) e Centaurea rupestre (Centaurea rupestris) e la Frassinella (Dictamus albus).
Nei prati semiaridi che incontreremo tra Semonzo e Crespano del Grappa nei mesi tardo primaverili potremmo osservare una esplosione di fioriture tra le quali spiccano il Lino lesinino (Linum narbonense), il Giglio rosso (Lilium bulbiferum), il Gladiolo palustre (Gladiulus palustris), la Pulsatilla montana (Pulsatilla montana),
il Finocchiazzo (Ferulago campestris) ed alcune graminacee tra cui la Barba d’oro (Chrysopogon gryllus). Passato Crespano del Grappa lambiremo la Valle di San Liberale dove potremmo incontrare risalendo il torrente Lastego nel periodo primaverile la bella Lunaria odorosa (Lunaria rediviva), il Fior di stecco (Daphne mezereum), belle fioriture di Bucaneve (Galanthus nivalis), in estate di Ciclamino (Cyclamen purpurascens). All’interno della valle potremo osservare la Primula meravigliosa (Primula spectabilis).
Nella fascia che va da Possagno a Pederobba fino al Piave potremmo osservare parecchie orchidee spontanee tra cui la Vesparia (Ophrys apifera), il Fior bombo (Ophrys holosericea), il Fior di legna (Limodorum abortivum) ed arrivando alle risorgive del Piave il Ranuncolo d’acqua (Ranunculus trichophyllus), il Garofano selvatico (Dianthus sylvestris) l’esotico Albero delle farfalle (Budleja davidii) e l’Olivello spinoso (Hippophae rhamnoides). Tra il Piave e i colli asolani, la zona umida dei Campazzi di Onigo ci offrirà pregevoli fioriture tra le quali la Genziana mettimborsa (Gentiana pneumonanthe), il Garofano dei poeti (Dianthus barbatus), l’Orchidea maggiore (Orchis purpurea), l’Orchidea militare (Orchis militaris), l’Orchidea acquatica (Anacamtis laxiflora) e spettacolari fioriture di Ranuncolo dell’antico veneto (Ranunculus paleoeuganeus).
Nel Bosco del Fagarè adiacente alla zona umida dei Campazzi di Onigo potremo ammirare spettacolari fioriture primaverili di Aglio orsino (Allium ursinum), Isopiro (Isopyrum thalictroides), Borrana (Omphalodes verna), Veratro nero (Veratrum nigrum), la rosa di Natale (Helleborum viridis)
Spostandoci nell’area dei Colli asolani oltre alle numerose orchidee spontanee potremo osservare la rara Campanella odorosa (Adenophora liliifolia), la Rosa di Natale (Helleborus niger), la Polmonaria meridionale (Pulmonaria australis), la Calcatreppola ametistina (Eryngium amethystinum), il Giglio dorato (Hemerocallis lilioasphodelus) e il Lilioasfodelo minore (Anthericum ramosum).
Tornando per i Colli degli Ezzelini, tra Fonte e Romano d’Ezzelino, incontreremo ancora il Ranuncolo dell’antico veneto (Ranunculus paleoeuganeus), varie orchidee spontanee, tra cui la Moscaria (Ophrys insectifera) e l’Orchidea cimicina (Anacamptis coriophora) e nelle valli, residui di foresta planiziale ricchi di Ranuncolo velutino (Ranunculus velutinus) e lembi di zone umide dove troviamo ancora il Pennacchio a foglie larghe (Eriophorum latifolium), la Felce di palude (Thelypteris palustris) e varie carici.
Due divagazioni importanti nei pressi di questi colli possono essere l’Oasi di San Daniele con i suoi lembi di foresta planiziale e la presenza di piante palustri, tra cui la rara Lisca minore (Typha angustifolia); nei pressi di Semonzetto, la zona di risorgiva ex Risare di Semonzo può essere motivo di osservazione di varie carici tra cui la Carice palustre (Carex gracilis) e poi la Giunchina (Eleocharis uniglumis), il Morso del diavolo (Succisa pratensis), la Scutellaria palustre (Scutellaria galericulata) e lo Zafferano selvatico (Crocus biflorus).
Seguendo i Colli degli Ezzelini arriveremo a chiudere il nostro anello ritornando al fiume Brenta dove nel periodo estivo potremo osservare alcune esotiche naturalizzate come la Balsamina ghiandolosa (Impatiens glandulifera), la Balsamina di Balfour (Impatiens balfourii) e arriveremo a Bassano del Grappa, forse un po’ stanchi, ma sicuramente arricchiti da questa grande varietà floristica che offre il nostro territorio.