22 gennaio 2020 – L’infinito sono io.
La vita: interconnessione, interdipendenza e appartenenza reciproca
Anche io ne sono parte strutturale ed inscindibile
Anche io posso dire: “L’infinito sono io! Anche io!”.
L’acqua è nostro sangue, la terra è nostra carne, le rocce sono nostre ossa, l’aria è nostro respiro, il tuono è nostro udito e il sole è luce dei nostri occhi.
Io sono l’infinito, e sento come primo compito quello di aiutare la vita
In ogni sua forma
Così adeguerò la mia relazione con l’ambiente a ogni sua necessità: con attenzione fraterna e filiale, evitando di nuocerle. In ogni sua forma.
Vogliamo conoscere, salvaguardare e promuovere in ogni modo possibile la vita su questa Terra e per questo ci impegniamo a capire il concetto di “Ecologia integrale”, partendo dalle prime domande, rivolte a noi stessi: quanto spreco? quando inquino? distruggo? Come mi pongo rispetto ai problemi altrui?
L’ecologia è relazione. E’ la relazione della vita con l’ambiente in cui si genera. Possiamo parlare di ecologia con riferimento, anche solo al nostro pianeta, solo alla nostra nazione, solo alla nostra città, solo alla nostra casa, solo al nostro corpo. Potremmo definire l’ecologia “la vita che cerca di rinnovare e moltiplicare sé stessa ossessivamente, instancabilmente, in ogni punto dello spazio ed in ogni momento del tempo, cercando la relazione ottimale con l’ambiente in cui tenta di rigenerarsi”.
L’ecologia è la mia vita che si relaziona con il mio corpo, con la mia emozione, con la mia intimità, con le mie scelte, con i miei obiettivi, desideri, pulsioni e con l’ambiente tutto in cui vivo. Questo ambiente composto, in uno specifico paesaggio culturale dove la vita si genera in continuazione, da tasselli materiali e tasselli immateriali.
I tasselli materiali sono quelli che riusciamo a toccare: aria, acqua, terra, case, monti, colline, prati, regno vegetale, regno animale, persone, cose, beni di consumo, alimenti, strumentazioni, telefonini, computer, cibo…etc.
I tasselli immateriali sono quelli invisibili ma che si toccano nel paesaggio emozionale e culturale in cui la nostra vista si svolge: l’emozione, l’amore, l’amicizia, la politica, il bene comune, la solidarietà, il rispetto, la fatica del vivere, la condizione sociale, la storia, i progetti comunitari per il futuro, le tradizioni, la politica, la vita, la ricerca, la conoscenza, lo studio, la cultura, l’inquinamento, l’onestà, l’etica, l’amicizia, la famiglia, i valori, l’alterità…
Questi tasselli dell’ambiente in cui viviamo, materiali ed immateriali, se conosciuti ci aiutano ad effettuare le correzioni di rotta necessarie per salvaguardare e promuovere la vita, invece che crearle pregiudizio o danno o barriera.
DOMANDA ESSENZIALE: Che relazione abbiamo noi, uno per uno a partire intanto dai più importanti, con i tasselli materiali ed immateriali del nostro ambiente? Le nostre scelte, atteggiamenti, azioni, attività, quotidianità, sono in linea con la necessità di salvaguardare e promuovere la vita locale, planetaria, universale? Che rapporto abbiamo con la natura con l’acqua, con l’aria con la terra, con i fiori, con gli animali ?
Occorre fare una riflessione su questo e poi modificare queste nostre personali relazioni e metterle in linea con le necessità della vita di rigenerarsi continuamente all’infinito in modo da fare la nostra parte per favorire l’avvento di una nuova umanità, di una nuova umanità, di una nuova giustizia che sappia adottare, per proteggere la vita locale, planetaria e cosmica, nuovi stili di vita e di relazione: con noi stessi, con le cose (consumismo), con le altre persone, con la mondialità, con le componenti materiali ed immateriali dell’ambiente in cui viviamo. La pace passa attraverso un concetto di fraternità universale. La fraternità tra tutto e tutti, la solidarietà, l’alterità, la prossimità, sono gli ingredienti per creare una vera autostrada di pace che possa unire l’umanità alla Vita in ogni sua forma ed espressione, ed anche tra persona e persona, tra ambiente ed ambiente, tra cultura e cultura.
PROPOSTA DI LABORATORI:
Un laboratorio nel sentiero lungo il Brenta all’interno di Villa San Giuseppe nei due ambiti: la riva dove si sta operando per preparare il sentiero, quindi dove l’uomo sta intervenendo e nel prosieguo della riva del fiume Brenta considerando l’ambito dove la natura è ancora “intatta”.