Un cordiale benvenuto a tutti a questa celebrazione dove la Comunità pedemontana si riunisce per rendere grazie al Signore per aver allontanato da questi luoghi ameni, icona della bellezza, grandezza e mistero del loro creatore, lo spettro della realizzazione, una ventina di anni fa, di una discarica di veleni industriali.
Un progetto che avrebbe creato ricchezza ad alcuni speculatori e difficoltà immani e pericoli per la sopravvivenza della biodiversità, cioè di ogni forma di vita in questo luogo che è la casa comune di decine di migliaia di persone, ricchissima di specie animali e vegetali. Grazie Signore per non aver abbandonato, anche in questa vicenda, il popolo ed i suoi amministratori, che hanno lealmente lottato insieme – a quei tempi – e che in Te hanno riposto la loro speranza e da Te hanno ricevuto la forza per osteggiare e togliere questo pericolo dalle nostre terre. Il Bene vero, ricordiamocelo, fratelli cari, viene solo da Dio. Insieme ai Parroci di Liedolo e San Zenone di allora, ci siamo impegnati perciò a celebrare qui, almeno ogni due anni, questa SS Messa di ringraziamento come ricordo dell’accaduto. Io auspico, quale ideatore dell’Oasi San Daniele e Diacono per misericordia di Dio, che mai nessuno dimentichi questi fatti e non si faccia mancare anche in futuro questo appuntamento, questo cenno di riconoscenza a Dio. Ed anche perché si abbia sempre l’umiltà e la forza di chiedere il Suo aiuto per salvaguardare questa nostra bella e amata pedemontana dove non mancano anche oggi certamente altre piccole e grandi criticità nell’ambiente che dobbiamo ancora e sempre avere il coraggio di affrontare a viso aperto, con la stessa sincerità di cuore dei tempi della discarica qui all’Oasi, senza ambiguità, senza ipocrisie, senza paura, senza girarsi volutamente dall’altra parte, ma reagendo senza titubanze e difendendo ad ogni costo il bene comune dall’imperante cecità, dall’inconsapevolezza del potere economico e dall’egoismo che provoca in chi lo vive.
Questo pianeta, scrive Papa Francesco, la nostra Terra, questa sorella, protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che, come dice San Paolo, «geme e soffre le doglie del parto » (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra (cfr Gen 2,7). Lo vediamo ogni giorno: siamo sempre più inquinati e minati nella salute dall’inquinamento atmosferico, acustico, idrico, del suolo, dall’inquinamento elettromagnetico. Da qui anche la variazione climatica in corso e tutto il resto che non elenco, dalla desertificazione, alla distruzione delle foreste, al dissesto idrogeologico. L’inquinamento elettromagnetico è oggi il meno conosciuto ma forse il più subdolo ed in veloce ascesa e dobbiamo conoscerlo e temerlo, considerando che l’evoluzione continua della tecnologia, l’espansione degli impianti per le telecomunicazioni e quelli elettrici, lo provocano sempre di più. Seppur invisibile, esso è pericoloso per la salute dell’uomo e confonde anche tante forme di vita, specie quella degli insetti utili alla fecondazione delle specie vegetali, che muoiono, come le api, disorientate dalla presenza di queste onde e che già muoiono a causa dei veleni usati in agricoltura. L’uso sconsiderato di radio e televisione, ma soprattutto dei telefoni cellulari, fa sì che gran parte del territorio, delle nostre case, dei nostri colli e campi, sia “circondato” da campi elettromagnetici ad alta frequenza, viste le onde utilizzate per il giusto funzionamento di questi apparecchi e dai relativi ripetitori e ciò può essere altamente dannoso anche per la salute dell’uomo. Occorre trovare una giusta misura nell’uso di questi apparecchi evitandone ad ogni costo l’abuso.
Per tutto questo e per l’egoismo dei ricchi e dei potenti, ripeto ancora una volta che il grido della Terra è anche il grido dell’uomo, ma è un grido che pochi vogliono ascoltare. Questa affermazione riguarda tutti noi e specie l’uomo più povero poiché la logica che devasta, preda, inquina, sfrutta le risorse naturali è la stessa che sfrutta le classi e assoggetta i popoli agli interessi di pochi.
Il Vangelo di Luca oggi ci dice appunto che l’egoismo, la sete di potere speculativo e di ricchezza rendono l’uomo cieco, insensibile, sordo. Luca affronta il tema del rapporto con la ricchezza che viene spesso accumulata con metodi disonesti, accompagnati da ingiustizie e sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente naturale che offendono Dio e calpestano il creato e cioè ogni forma di vita, animata e inanimata, visibile e invisibile, quella che chiamiamo Biodiversità. Solo nella condivisione dei beni materiali nel rispetto dei bisogni dell’uomo e dell’ambiente si possono stabilire condizioni nuove, anche nella prospettiva eterna; solo così sarà possibile edificare una nuova umanità, ma solo se ci sveglieremo dal torpore da cui siamo caduti, spesso solo per interesse personale. Abbiamo dimenticato Dio fratelli cari e questo è il male dei mali, e non solo per i danni all’ambiente. Mancano oggi uomini di coraggio, siamo invece sovrabbondanti di persone piccole e ambigue a livello morale, piene di vanità, ignoranza ed illusione, vittime loro stessi di un imbarbarimento culturale che ci rende molto simili al ricco Epulone anche se sappiamo, come la Parola di Dio ci rivela, che si salverà solo il povero Lazzaro. Epulone ha già ricevuto la sua ricompensa sulla terra con la sua ricchezza, per Lazzaro la ricompensa nella sua povertà terrena sarà il Paradiso. Che il Signore illumini ogni uomo, lo faccia tornare sul Suo sentiero di Giustizia, di Fraternità e di Pace, ci accompagni tutti, ci svegli dal delirio in cui stiamo candendo incuranti del disastri planetari che inevitabilmente prima o poi colpiranno anche noi…. Guardiamoci intorno fratelli cari: Madre Natura ci sta già presentando il conto delle nostre nefandezze, della nostra noncuranza…
Concludo. Il messaggio di gioia e di speranza che Gesù rivolge ai poveri ed alle povertà del Creato non è destinato a stimolare rassegnazione in attesa di un futuro migliore, ma deve tradursi in impegno di vera liberazione. Non si può e non si deve amare solo a parole l’uomo ed il resto del Creato, ma anche con i fatti, come sottolinea Papa Francesco e come quelli che 20.000 persone, 20-25 anni fa, amministratori, associazioni e popolazione insieme, hanno realizzato combattendo tenacemente perché questo lembo di territorio non divenisse l’anticamera un ambito di morte, ma un simbolo di vita come riesce bene a rappresentare oggi invece questo luogo d‘incanto, l’Oasi San Daniele. Confidando sinceramente in tutti gli Amministratori e in tutte le persone qui presenti oggi, ripeto che è necessario stare attenti a non tradire mai per proprio egoismo la gente che si dona per la propria terra, a non tradire mai, per nessun motivo, Dio, la propria gente e la propria terra. Se tradiamo la buona volontà e l’amore della gente, se tradiamo il Creato e quindi anche il proprio territorio e gli uomini che da sempre lo difendono, prima o poi la storia e il Cielo e la stessa natura si volteranno contro di noi… siamone certi, anzi, lo stanno già facendo, e lo stiamo vedendo tutti i giorni in tutti i giornali, in tutti i canali televisivi di tutto il pianeta. Le nuove generazioni, dalle quali abbiamo ricevuto in eredità il pianeta ci stanno proprio in questi giorni guardando in faccia facendoci vergognare per i nostri tradimenti. Occorre fare la nostra parte, lealmente e senza paura. Il Signore farà il resto. I problemi dell’ambiente bisogna porli senza più titubanze, ovunque, al primo punto di ogni ordine del giorno a partire, e urgentemente nella nostra Pedemontana, da quelli legati all’acqua, alla ricchezza e all’incommensurabile importanza della sua presenza ed al suo inquinamento, anche a causa dell’agricoltura e della viticoltura chimica della pedemontana, ma non solo, cercando di porre immediato rimedio. Che il Signore ci prenda per mano, ci accompagni, ci protegga.
Sia lodato e ringraziato Gesù Cristo.