28 Marzo 2021 – Domenica delle Palme. Riflessione
“Per noi di Via Borgo Rossetti il rumore del compressore in funzione a qualsiasi ora del giorno ha testimoniato l’impegno e la passione che hai messo in questi anni per scolpire la Via Crucis. Siamo molto orgogliosi di te perché ciò che hai creato con grande amore e sapienza è opera della tua forza. Hai saputo far fiorire il tuo dono, regalandoci attraverso le tue opere il privilegio di ammirare l’incanto dell’amore di Dio. Ti dedichiamo queste parole di San Francesco d’Assisi: “Un uomo che lavora con le sue mani è un operaio. Un uomo che lavora con le sue mani e il suo cervello è un artigiano. Un uomo che lavora con le sue mani, il suo cervello e il suo cuore è un artista”.
Con affetto, famiglia Citton
Da anni ho la gioia di accompagnare lo scultore Luigi Citton nella presentazione delle sue opere ed anche delle sue pubblicazioni. Quando ho visto per la prima volta nel suo laboratorio questi splendidi bassorilievi realizzati con Marmo di Carrara sono rimasto colpito dalla loro bellezza e dalla loro solennità: un lavoro immane! Ho voluto capire la genesi della sua rivisitazione della Via Crucis.
Mi ha confidato quanto questo lavoro l’abbia coinvolto totalmente e come abbia iniziato a realizzare le sculture con molto entusiasmo dedicando a Dio la fatica e l’impegno nella sua creatività artistica alimentata da una fede operosa, da pulsioni spirituali che hanno provocato e sostenuto il suo grande fervore nell’ultimare questo grande progetto.
Ha plasmato, confidando nel Signore, questa imponente opera, ricavata dall’estrazione di ben diciassette quintali di marmo grezzo di Carrara. Ora pesano complessivamente poco più di sei quintali e mezzo. Vuol dire che Luigi ha scolpito, trapanato, carteggiato e raffinato per circa dieci quintali e mezzo di marmo impiegando ben sessanta mesi, cioè cinque anni, compreso un anno di crete e gessi. Risultato: una serie molto ben riuscita di quattordici sculture, bassorilievi che ripercorrono il cammino di Cristo sul Calvario: la via della Croce.
«Per me lavorare questa materia significa andare oltre la materia stessa – mi spiegava con sue parole Luigi – poiché non vedo tanto l’oggetto in sé, piuttosto mi lascio trasportare dalle sensazioni e da ciò che percepisco modellando il marmo. La mia fonte di ispirazione è certamente la spiritualità, sono cristiano e dunque mi riconosco nell’amore di Dio incarnato in Gesù. Allo stesso tempo, quando ho concepito le sculture, desideravo manifestare qualcosa da poter dedicare alla mia gente, che potesse portarla alla commozione, alla compassione, ad annunciare il Vangelo del Signore, a testimoniare l’Amore di Dio nella loro vita da parte di coloro che le avrebbero, come voi oggi, osservate e meditate».
Abbiamo sottolineato, nei tanti dialoghi tra noi, la continua unione tra il cielo e la terra, tra il divino, il Cristo e l’umanità. Abbiamo detto che questo legame è possibile per il tramite della spiritualità e le opere da essa ispirate. Le sculture mostrano il profondo amore di Gesù verso l’essere umano, testimoniato dal suo sacrificio. Egli porta sulle sue spalle una grande, pesante croce, simbolo delle sofferenze umane, e queste sofferenze le fa proprie. Ma in questo calvario possiamo intravvedere un ritorno alla sorgente. Gesù ritorna al Padre e attraverso la croce e l’essere umano può ridiventare essere spirituale, ritornando al divino.
Ogni bassorilievo, quindi ogni tappa della Via Crucis concepita e realizzata da Luigi, parla al cuore con un linguaggio diretto e genuino in cui sono racchiuse sofferenza e speranza, lacrime e sorrisi, dolore e gioia. Le opere hanno un forte impatto visivo, sia per la luminosità del marmo – volutamente bianco proprio per evocare la luce divina -, sia per le loro bellezza, per la loro raffinatezza, opere che colpiscono direttamente le dimensioni più sottili del nostro cuore e della nostra spiritualità.
Il pensiero guida che emerge dalle descrizioni che, con altre parole usate dallo scultore Luigi Citton, è questo: «Per me fare arte significa mostrare ciò che non si vede, ciò che gli occhi non possono o non vogliono osservare, ciò che non sembra esserci nella materia. Potrei dire che la mia prospettiva artistica ed esistenziale sia basata su questo adagio: “Credo nel mondo reale ma quando scolpisco vivo nella dimensione spirituale”. Quest’ultima, per me, è molto più forte della dimensione materiale».
Questa angolazione consente allo scultore di guardare al mondo in maniera diversa, abbracciando una visione sintetizzabile in una parola: transustanziazione. La materia, sia essa marmo o altro, viene trasfigurata in entità fisica spirituale. Ecco perché le sue sculture riescono a rivelare l’essenza dell’anima: ciò è possibile attraverso un processo di spiritualizzazione infuso dall’artista. Questa prospettiva nutre anche la concezione esistenziale di Luigi.
Molte sono le opere prodotte da Luigi Citton e sono presenti anche in diverse Chiese ed altri luoghi, ma di questo parleremo a Settembre, CoViD permettendo, quando presenterò a San Zenone la quinta edizione di “Arte e Natura” dedicata proprio a Luigi Citton. Ricordo che la quarta edizione la dedicai al compianto Scultore Piergiorgio Rebesco e la prima ad Enzo Alberton. Come ho avuto l’onore di scrivere sul libro “Pace vegliando”, di Luigi Citton, stampato in occasione della presentazione del Monumento all’Alpino di Paderno del Grappa, altra sua opera, del 2015: l’Arte del Maestro Luigi Citton, è permeata dalla dolcezza e dalla ricchezza naturalistica, dall’identità stessa del paesaggio culturale della Pedemontana del Monte Grappa.
In questi nostri luoghi di grandezza, bellezza e mistero, icone della grandezza, bellezza e mistero del nostro Creatore, Luigi Citton, senza ambire a ricerche di metodi operativi e formali delle sue sculture, inebriato da una speciale vibrazione spirituale, da una esigenza molto profonda che lo ha ispirato, sostenuto e guidato dal Vangelo di Gesù Cristo, ha realizzato questo cammino, questa Via della Croce, che offre oggi a noi perché, alimentati dalla sua stessa commozione, possiamo donarci infine a Colui che ci ha redenti con il sangue che ha versato per noi sulla Croce.
Si evince da queste opere che laddove si genera un apocalittica sofferenza, come anche sul Calvario è avvenuto con la Crocifissione e Morte di Gesù, contestualmente si sublima tutto l’amore dell’universo spirituale. È l’Amore di Dio che ci sostiene in tutto ciò che ci impegniamo a fare, come è stato per Luigi in questa sua fatica artistica, per testimoniare il Suo fedele Amore salvifico tra noi.
Un grazie sincero a don Antonio e allo scultore Luigi Citton che ci hanno offerto questa preziosa opportunità di contemplazione e di preghiera.
Buona Domenica delle Palme a tutti, sono certo che saprete apprezzare questa articolata opera, La via della Croce, e che saprete cogliere in essa gli infiniti spunti di meditazione e di preghiera che offre al nostro cuore.
Sia Lodato Gesù Cristo.
Diacono Bruno Martino. Chiesa Parrocchiale di San Zenone, 28 Marzo 2021