Via Crucis 2020, una riflessione

Via Crucis 2020 – Montello, Parrocchia di San Zenone degli Ezzelini (TV).

Abitavo da bambino in un paese di mezza montagna, di fronte al collegio del Padri Barnabiti e fin dai cinque o sei anni di età frequentavo quotidianamente il loro Oratorio […] dove amavo aggirarmi con innata, innocente curiosità, nel parco secolare dai grandi alberi, nel frutteto e nell’orto dove Fra’ Bernardo mi accoglieva grato della mia compagnia, e ancor più volentieri mi calavo nel lungo declivio di prati aridi e assolati inframmezzati da rocce che terminavano dopo circa duecento metri, in un sinuoso torrente sormontato da una cascata d’acqua tra il verde di circa venti metri, luoghi che amavo tantissimo, solitari e ricchi di vita, di luce di una moltitudine di creaturine vegetali ed animali con le quali mi sentivo in pace ed in fraterna relazione.

Avevo molto confidenza con l’acqua, la rugiada, i fiori, il sole, gli insetti, il cielo ed ogni altra cosa intorno a me che immediatamente si calava nell’intimità del mio cuore. Ricordo alcuni fatti che mi hanno provocato da bambino e da ragazzo dei veri e propri shock spirituali: a circa cinque anni un merlo nero e con il becco giallo che si faceva avvicinare così tanto ed io pensai che avesse qualcosa da dirmi; un lupo ucciso e appeso sgrondante sangue dalla bocca e con la lingua fuori e per il quale ho provato grande compassione per anni ed anni; la condizione di grande povertà delle famiglie di alcuni miei amici delle elementari; il fumo che usciva d’inverno dai cammini delle case e che mi commuoveva immaginando ogni volta la fatica del vivere sotto quei tetti o la solitudine di anziani soli con i figli emigrati all’estero.

Ogni incontro con questi miei amici degli ambienti naturali […] per me erano fonte di gioia, di una passione struggente e profonda che mi invitava ad agire. Piano piano, crescendo, questo sentimento diveniva più profondo e consapevole, più maturo. Una bellezza, grandezza e mistero che pian piano divennero per me icona della grandezza di Dio creatore, il cui Spirito sentivo in tutto e in tutti, uno Spirito che colloquiava con il mio, diceva di una relazione che andava oltre lo sguardo dei miei occhi e mi faceva esprimere emozioni filiali col tutto e fraterne con ogni singola forma di vita, ed anche con ogni elemento inorganico come l’acqua, il sole, la luce, il firmamento, l’alba, il tramonto o le montagne.

Ho sviluppato con il creato una relazione oltre il percepibile, mi sono sentito connesso con l’universo senza fine, ed ho maturato nel tempo un legame, un’appartenenza reciproca con tutto e tutti che mi fa parte dell’infinito stesso. Sì, un infinito pervaso dallo Spirito di Dio in ogni sua molecola del quale sono parte strutturale ed inscindibile. Ho capito di appartenere al tutto ed il tutto si incammina e respira con me, in ogni sua singola essenza. Ogni mio incontro con ogni essere animato ed inanimato ha superato pian piano le barriere umane della gioia e si è trasformato quasi in un sacramento, segno e strumento della presenza di Dio e della Sua azione liberatrice nel Creato. Un Sacramento che tenta ancora di liberarmi attraverso il mio servizio incessante all’uomo ed al resto del Creato.

Infine, per grazia di Dio, lo stupore ad ogni incontro si è trasformato in commozione, compassione, preghiera. In tutto ed in tutti vedo e vedevo la Croce con il Cristo crocifisso, la sofferenza della solitudine, dell’aggressione del Male, il desiderio di affidarsi a Dio, di risorgere con Lui, e la presenza infuocata dello Spirito e cresceva la voglia di pormi alla sequela di Cristo e servire l’uomo ed il resto del Creato attuando dinamiche d’azione e di vicinanza consapevole verso la santità operando col tutto e con tutti e con ogni mezzo possibile. Ho dovuto anche chiedermi se questa fosse una pulsione autoreferenziale. Ma ho sentito in me una possente chiamata che mi ha dato la giusta luce verso le povertà dell’uomo e la Salvaguardia del Creato. Con determinazione e chiarezza ho dato il senso vero e giusto a tutto questo mio operare rispondendo “Eccomi!” al Signore e mettendomi in cammino verso il Diaconato permanente arrivando, per misericordia di Dio, all’ordinazione il giorno di Pentecoste del 2002.

Sia Lodato Gesù Cristo.

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