Foto di Beniamino Fantinato
Un cordiale benvenuto a tutti i presenti e un grazie di cuore a don Manuel per la celebrazione e per avermi delegato a tenere l’omelia. Qualche riflessione sul brano del Vangelo di oggi. L’amministratore della parabola è lodato da Gesù per la sua sagacia (non certo per la sua disonestà!) e Gesù sospira tristemente: “Se mettessimo la stessa energia nel cercare le cose di Dio!”; se mettessimo almeno la stessa intelligenza, lo stesso tempo, lo stesso entusiasmo che mettiamo nell’investire i nostri risparmi… anche per le cose di Dio! La scaltrezza dell’amministratore è l’atteggiamento che manca alle nostre stanche comunità cristiane, anche per quando concerne la Salvaguardia del Creato, del nostro territorio: pensiero debole che si adagia su quattro devozioni e un po’ di moralismo senza l’audacia della conversione, del dialogo, della riflessione. Io, discepolo, posso vivere nella pace, ma anche nella giustizia: libero dall’ansia del denaro, libero da mammona, per essere discepolo. Ecco, la sostanza è questa: se sono discepolo di Cristo so quanto valgo, so quanto valgono gli altri e vado all’essenziale nei miei rapporti con tutti, dall’onestà nello svolgere il mio lavoro, alla solidarietà, ad uno stile di vita retta e consona al Vangelo , al rispetto del creato con tutte le sue creature e tutte le multiformi espressioni della vita creata..
Un accenno al messaggio dei vescovi per la 17° Giornata della Custodia del Creato I Vescovi delle due Commissioni, per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, e dell’Ecumenismo e il dialogo, hanno elaborato un Messaggio per la celebrazione della 17ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato (1° settembre 2022). Il tema scelto dai Vescovi quest’anno è: “«Prese il pane, rese grazie» (Lc 22,19). Il tutto nel frammento”. Quante cose sa dirci un pezzo di pane! …Basta saperlo ascoltare. Purtroppo il pane ci sembra scontato: è talmente «quotidiano» da non attirare il nostro sguardo. Non si apprezza, si usa; non si guarda, si mangia. Lo consumiamo automaticamente, senza badarci. E’ stata messa a disposizione dai Vescovi una bella riflessione che trovate anche in internet, molto articolata sviluppando il senso cristiano su sulle singole parole, quali: Prese il pane – rese grazie – lo spezzò – lo diede… Ognuna di queste quattro azioni diventa una riflessione a sé. Così si conclude il messaggio dei Vescovi: “Torniamo, dunque, al gusto del pane: spezziamolo con gratitudine e gratuità, più disponibili a restituire e condividere. Così ci è offerta la possibilità di sperimentare una comunione più ampia e più profonda: tra cristiani anzitutto, in un intenso respiro ecumenico; con ogni credente, proteso a riconoscere la voce di quello Spirito di cui la realtà tutta è impastata; con ogni essere umano che cerca di fondare la propria esistenza sul rispetto delle creature, degli ecosistemi e dei popoli.”
Ora una sottolineatura secondo me necessaria per onorare questo Tempo del Creato dal 1° Settembre al 4 Ottobre. Creato. Oggi siamo qui a celebrare la santa Messa nella stupenda Oasi San Daniele e abbiamo il dovere di ricordarci e ricordare a tutti che questo ameno sito è simbolo della bellezza del Creato ma anche quello della lotta sociale, per l’esempio dato dalla reazione dell’intero comprensorio a partire dal Comune di San Zenone, per evitare qui, anni fa, lo scempio immane di una discarica di fanghi industriali che in questo luogo avrebbero voluto realizzare con centinaia di camion percolanti veleni transitanti nelle nostre stradine che qui avrebbero portato i fanghi, dove stiamo celebrando questa Santa Messa, inquinando l’acqua delle falde sottostanti ed anche distruggendo le speranze delle persone dell’intera pedemontana del Monte Grappa. Persone che sono riuscite benemeritamente riuscite ad evitare con il loro impegno che questo devastante progetto entrasse in opera ormai oltre un ventennio fa. Se celebriamo questa santa messa per ringraziare il Signore dallo scampato pericolo, abbiamo poi il dovere di continuare coraggiosamente nell’impegno di vigilanza del territorio lottando per chi sta ancora speculando sull’intera Pedemontana a discapito della biodiversità e dell’integrità di questa terra benedetta e della salute, della vita presente compreso la nostra. Non permettiamo che la ricorrenza di questa celebrazione liturgica si infetti di passività, di mielosità, di disimpegno verso i problemi ambientali. Facciamo in modo che questa nostra preghiera a Dio non diventi una sdolcinata tradizione. Il ricordo della battaglia per l’Oasi va tramutato in energia per un presidio permanente del territorio. Se non diventa azione, questo ricordo del perché della realizzazione dell’Oasi rimane una pia intenzione ed un atteggiamento ipocrita sul tema della salvaguardia del creato.. sarebbe un ringraziare ed un tradire nello stesso istante Dio Creatore al quale ci stiamo rivolgendo. Oggi dobbiamo continuare più di sempre ad essere uniti, pregando e lottando per mantenere salva da scempi ulteriori questa lembo di terra stupenda nei valori, nella natura e nelle tradizioni, nell’articolato e pregevole paesaggio culturale che rappresenta. Teniamolo bene a mente: da soli oggi non si va da nessuna parte, possiamo solo infettarci di autoreferenzialità! Dobbiamo unirci: Comuni, Associazioni e persone e lottare contro le pulsioni irrefrenabili di tutti coloro che voglio predare e distruggere, inquinare, affossare per proprio tornaconto le possibilità vere che questo territorio offre a chi qui vive o al visitatore arriva tra noi anche come turista. Dobbiamo unirci tutti e lottare per tentare di risolvere le criticità esistenti oggi, acquisendo stili di vita di relazione e di resilienza senza accettare complicità nascoste, mantenendo ciò che ad ogni celebrazione abbiamo promesso al Signore. E’ inutile stare qui insieme a pregare se poi inceneritori mascherati da cementifici ci inquinano, stesso vale per gli impianti industriali a biogas, progetti di casse di espansione, cave, criticità sul Piave, centri commerciali. Cementificazione selvaggia, vanificare inquinandole le importantissime riserve d’acqua sotto il Massiccio del Grappa: Ci siamo ipocritamente fregiati del logo Unesco dando spazio fuori di ogni logica e ragione alla coltura chimica della vite proprio nel corso di una variazione climatica che dovrebbe invece farci pensare anche e principalmente preservare l’acqua del sottosuolo per poterci dissetare, lavare, coltivare e preservare la salute di ogni forma di vita della biodiversità che ci comprende… Ma come possiamo tacere tutto questo, come possiamo non considerare e proteggere le interessantissime zone umide pedemontane e unirle nella gestione, come abbiamo potuto con la stessa ipocrisia permettere la distruzione delle torbiera in formazione di san Zenone uno dei biotopi più rari ed importanti della pedemontana? Preghiamo allora il Signore perché ci dia concretezza e genuinità d’azione, anche perché è sempre utile ricordarsi che non tutti quelli che diranno Signore Signore saranno salvati dalla perdizione alla fine della loro esistenza…
Concludendo, ricordo che questa celebrazione è dedicata alle famiglie che hanno perso un figlio . Mi permetto di ricordare, tra tutti ed a nome di tutti, il mio carissimo amico e collega di lavoro Fabrizio Bevilacqua, l’ “Angelo del Grappa” scomparso recentemente cadendo dal Sentiero del Cavallo.
Ricordiamolo carissimi fratelli e sorelle: l’amore è più forte della morte. I nostri cari non sono scomparsi nel buio del nulla: la speranza ci assicura che essi sono nelle mani buone e forti di Dio. L`amore è più forte della morte. Per questo la strada della consolazione è far crescere l`amore, renderlo più solido, e l`amore ci custodirà fino al giorno in cui ogni lacrima sarà asciugata, quando ‘non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno’. Il lavoro dell`amore di Dio è più forte del lavoro della morte. E` di quell`amore che dobbiamo farci ‘complici’ operosi, con la nostra fede!”, non dei Consorzi per lo sfruttamento e la distruzione del territorio. Gesù nel giorno della risurrezione dei morti restituirà a sua madre il figlio che è volato in cielo prima di lei ed questa è la nostra speranza, che tutti ni nostri cari che sene sono andati, tutti, il Signore ce li restituirà e noi con loro ci incontreremo ancora e staremo insieme, per l’eternità. Sia lodato Gesù Cristo.